domenica 4 settembre 2011

"This is our decision, to live fast and die young."


La mia diplomazia fa a pugni col mio essere istintiva. Me lo sono ripetuto appena stamattina, dopo un'acchiappata furibonda con mio padre.
Mio padre cerca, fuori tempo massimo, di recuperare il rapporto che non abbiamo mai avuto, e non mostra grandi capacità nel farlo. Resto comunque sbalordita dai suoi buoni intenti.
Io sono "sbagliata, da sempre, si vedeva sin da quando ero molto, molto piccola". Sarà.
Il massimo su cui riesca ad interrogarmi, quando penso al mio futuro, è: "Che ho da mangiare per stasera a cena?".
Io vivo alla giornata, perché non riesco a fare altrimenti. E devo avere seri problemi se la gente intorno vede la cosa come un dramma, mentre io non riesco a capire dove risieda realmente il nocciolo della questione.
La mia vita è il nulla totale, agli occhi di molti: non sono laureata, non ho un lavoro fisso, non ho una casa mia, non sono fidanzata, non ho figli... Mentre io, invece, con filosofia, mi sento molto la versione femminile, magari meno sbandata, di Drugo Lebowski, intenta a farmi risarcire un tappeto orrendo che però a me piaceva un casino.
"Tu non capisci qual è il vero problema ", per me, il vero problema è che non trovo un ragazzo decente che valga la pena d'infilare nel mio letto (a che serve avere così tanti corteggiatori se poi non me ne piace nessuno?) e che non ho modo di godermi la vita tanto quanto vorrei.
Ho 29 anni suonati e mi piace ancora angosciarmi per libri deprimenti attraverso la lettura dei quali dare sfogo a tutto il mio bisogno di empatia con scrittori morti, passare le ore notturne a cercare e ricercare cose inutili in giro per la rete, rammaricarmi per non avere imparato a dipingere, fissare il soffitto fantasticando su solo-dio-sa-cosa, passeggiare a vuoto per la città, entusiasmarmi per i successi degli altri e per il fermento del Teatro Valle Occupato.
Quando si fa l'ora, me ne vado a lavoro, con la mia solita aria alla Pippi Calzelunghe ed un sorriso sulle labbra; quando mi ricordo faccio anche la spesa, e se mi dimentico c'è pur sempre il kebabbaro vicino casa.
Mi sono messa in testa di ricominciare a tenere un blog. Qualcuno accorra, cerchi di dissuadermi, vi prego.
Io sono l'insoddisfazione fatta persona, oltre essere una perfezionista maniacale.
Ora, ditemi, se vi riesce: come può, una come me, fare video per YouTube e gestire un blog personale?
"Ostriche e ostetrici" era la prova di quanto ho appena scritto: non era un blog, non sapevo renderlo un semplice blog.
Tutto. Volevo metterci dentro tutto.
Fra teatro, letteratura, musica e chi più ne ha, più ne metta, il mio blog non si limitava allo sfogo sporadico di una 23enne, ma si era trasformato in un vero e proprio lavoro. Indimenticabili le ricerche forsennate per rendere degni di nota i post su Vincenzo Pirrotta e sulle sculture di Giacometti.
Ho sempre desiderato di saper scrivere bene, un italiano impeccabile e milioni di idee innovative e trovate espressivo-poetiche uniche e di classe ma, dire che sono negata è riduttivo.
Il punto, diciamolo, è che io vorrei scrivere come Rilke, e non come Moccia: non mi accontenterei.
I primi a seguire i miei video su YouTube hanno notato soprattutto l'inquadratura. Beh, il mio intento è proprio quello di vedere quanto oltre arriviate. Perché ho scelto proprio quell'inquadratura? Semplice, perché me lo posso permettere. Armi di distrazione di massa, altresì dette tette.
Crescerò, domani. Ma domani.
Per il momento, vado a caccia di un'emozione unica ed irripetibile, come ogni emozione possibile. :)


Il tempo si perde, si trova, si allunga, si accorcia
si accumula, si divide, si guadagna, si perde
non c'è altro da fare
che perdersi nel proprio tempo
con intelligenza
(G.L.Ferretti)


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